Questa volta hanno promesso che a breve pregheranno a Roma, perché così ha detto il Profeta Maometto. L’Isis non si placa e ormai, a ritmo quasi costante, continua a pubblicare online video in cui minaccia l’invasione e la conquista della Capitale d'Italia e del Vaticano. Un mantra che si ripete da quasi un anno, quasi a ricordarci che i terroristi non si sono scordati del nostro Paese.

LA CHIAMATA DEL MUEZZIN Negli ultimi giorni in Rete sono disponibili ben tre filmati all’interno dei quali il messaggio è sempre lo stesso: «Arriveremo a Roma». Nel primo video intitolato «La Liberazione di Yarmouk», si susseguono le immagini di guerra all’interno del campo profughi proprio di Yarmouk, alle porte di Damasco, in Siria. Tra le immagini anche quella della saracinesca di un negozio abbassata con sull’insegna la scritta «Rodolfo Valentino». Dopo la scena di corpi mozzati con le teste posizionate sui cadaveri, arriva il mujiaheddin che avverte l’Italia: «Siamo alle porte di Damasco e ora puntiamo a Gerusalemme. Se Allah vorrà presto il muezzin farà la chiamata da Roma, dove noi pregheremo».
«SIAMO NELLE VOSTRE STRADE» Parole inquietanti, che si ripetono anche in un’altro video in cui uno dei tanti predicatori, durante un lungo discorso delirante circondato da bandiere dell’Isis e altri combattenti incappucciati, dichiara: «Con il volere di Allah conquisteremo Roma e l’Andalusia (regione autonoma della Spagna che in passato ha subito anche la dominazione Musulmana, ndr)». Ancora più agghiacciante è il filmato di sei minuti alla fine del quale compare un elenco di Stati: Australia, Canada, Francia, Stati Uniti evidenziati in rosso che rappresentano i luoghi in cui gli jihadisti hanno colpito. In bianco, invece, Germania, Gran Bretagna, Roma e il Vaticano e Spagna possibili prossimi obiettivi della follia terrorista. Prima di questa lista nel video vengono mostrate le immagini di vari notiziari che raccontano proprio gli ultimi tragici attentati rivendicati dall’Isis: Ottawa, in Canada, il 22 ottobre scorso; Sidney, Australia, il 15 dicembre scorso e Parigi, Francia, il 7 gennaio. Poi si vedono spezzoni di servizi dei Tg in cui si da conto delle foto pubblicate su Twitter dove l’Isis, su bigliettini scritti a penna e con lo sfondo di luoghi riconoscibili dell’Italia, ha annunciato: «Siamo nelle vostre strade. Islamic State in Rome».
TERRORISMO PSICOLOGICO Il terrorismo psicologico portato avanti attraverso la Rete è uno dei cavalli di battaglia dello Stato islamico a cui gli Stati Uniti hanno deciso di replicare con la stessa moneta. La scorsa estate, in un video messo online dall’amministrazione americana, sono state montate ad effetto i frame più raccapriccianti dei crimini commessi dall’Isis con il titolo provocatorio di «Welcome to Isis Land». Il filmato, realizzato dalla speciale unità antiterrorismo del dipartimento di Stato, era diventato in breve tempo un fenomeno virale, con oltre 840mila visualizzazioni su Youtube. Ora, a seguito anche di polemiche interne sulla crudezza delle immagini presenti nel video, l’America ha pensato ad una campagna di sms con fatti e informazioni, i cosidetti «Terror Facts», per smascherare tutti i miti con cui l'Isis cerca nuove reclute, specialmente in Occidente.
IL 17ENNE BOMBAROLO Intanto a Melbourne, in Australia, la polizia ha sventato un attentato dinamitardo. A finire in manette un 17enne, figlio di un medico, arrestato dall’antiterrorismo nella sua casa di Greenvale, un sobborgo della città, dove sono stati trovati alcuni ordigni improvvisati (Ied) che il giovane aveva progettato di far esplodere domenica. Il ragazzo è stato incriminato per accuse legate al terrorismo e dovrà comparire lunedì davanti alla Corte minorile per un’udienza a porte chiuse.
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