Dalla vostra parte

giovedì 7 maggio 2015

Vitalizi condannati, caos sulla revoca.

Vitalizi condannati, caos sulla revoca. Grasso e Boldrini convocano la riunione decisiva, ma Fi e Ncd si mettono di traverso

MANETTE
Quando il senatore Pd Ugo Sposetti ha preso la parola nell'aula di Palazzo Madama, gli animi si sono infiammati. "Lisciare il pelo all'antipolitica non è un mestiere che ho mai amato e che non amo e spero di non amare mai. Sono contrario a questo provvedimento". Scoppia la bagarre, la M5s Barbara Lezzi risponde per le rime, la presidenza fatica a riportare la calma nell'emiciclo. "È una questione di sopravvivenza", dice l'ex tesoriere dei Ds". "Parole indecenti", replica la grillina".

Il tema è sentito, sentitissimo: l'abolizione dei vitalizi per parlamentari (in carica ed ex) condannati per una serie di reati. Così è il capogruppo Luigi Zanda a doverci mettere una pezza: "Sposetti parla a titolo personale, il Pd è per una scrupolosa applicazione dei regolamenti". Oggi è il d-day. O almeno potrebbe esserlo. Perché si riuniscono insieme gli uffici di presidenza di Camera e Senato per decidere sulla materia.
Sono Laura Boldrini e Pietro Grasso a spingere. Ieri hanno ricevuto una petizione firmata da 500 mila cittadini. Oggi Libera di don Ciotti è fuori dal Palazzo, e chiede una scelta definitiva. Fosse per i due presidenti, lo stop sarebbe già cosa fatta. Ma i partiti frenano. Per motivi opposti, diversissimi.
Il Movimento 5 stelle è deluso. Orientato a dire di sì, ma con grande sofferenza. Perché, per trovare una quadra, è stato messo un tratto di penna sui condannati per abuso d'ufficio. Nel pacchetto rimangono mafia, terrorismo e reati contro la pubblica amministrazione. In termini di risparmio economico sono spiccioli. Ad oggi 8 milioni di euro se ne vanno nei bonus a vita per chi ha occupato gli scranni parlamentari. 1543 per Montecitorio, qualcosa più di 900 per Palazzo Madama. Di questi, sono una trentina quelli condannati in via definitiva, e solo la metà rientrerebbe nella casistica presa in esame.
Così la Lega va oltre, presentando un documento nel quale chiede la revoca tout court. Basta vitalizi, rimangano solo i criteri per la maturazione della pensione, la posizione degli uomini del Carroccio.
Ma a mettersi di traverso, spiazzando tanto i duri e puri quanto i più pragmatici, è il centrodestra. "La revoca dei vitalizi ai parlamentari condannati attraverso delibere degli Uffici di Presidenza delle Camere è una decisione grave e quanto meno di dubbia costituzionalità", ha tuonato Fabrizio Cicchitto. La ridotta è questa: serve una legge, non si può procedere con una semplice modifica ai regolamenti. Così il collega Paolo Sisto, forzista: "Non si stravolgono i principi per un vagito di giustizialismo. La via della semplice delibera è sbagliata". Una posizione che potrebbe portare a un ennesimo rinvio. Ce ne sono già stati otto. Troppi per Grasso e Boldrini che, elmetto in testa, oggi proveranno a chiudere la partita.Pubblicato: Aggiornato: 

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