«Un presidente del Consiglio che usa un bambino per la sua campagna elettorale è un verme. È squallido insultare chi chiede regole certe». È pesante l’affondo del leader della Lega Matteo Salvini all’indirizzo del premier Matteo Renzi, intervenendo in tv a Mattino 5. Parole che sono la spia di uno scontro tutto “italiano” sui profughi destinato a continuare.
Umani e bestie
Renzi aveva scelto il palco della Festa dell’Unità di Milano per rivendicare le scelte del governo di fronte all’emergenza rifugiati che continuano ad arrivare alle frontiere europee. E ha anche mostrato l’immagine del piccolo Aylan, il bimbo siriano che con la sua morte ha scosso l’Europa, assicurando che sull’accoglienza è disposto «a perdere un punto nei sondaggi». Il tutto nel giorno in cui il Papa chiedeva di aprire le parrocchie e un corteo di macchine a Vienna si mobilitava per andare ad aiutare i migranti in arrivo dall’Ungheria. Quindi l’attacco a Grillo e Salvini, senza citarli. Quella sui migranti è una sfida di «umanità», che non vede «il Pd contro la destra, ma umani contro bestie», è stato il succo del discorso di Renzi. Ed è scontro: «Così insulta milioni di italiani. Io sono una bestia ma lui è un clandestino», aveva replicato subito in serata il leader leghista. Che poi in tv ha colorito il concetto.
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