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giovedì 26 novembre 2015

Non si toglie il velo e perde il lavoro. Corte di Strasburgo dà ragione alla Francia



La Francia non ha violato il diritto al rispetto della libertà di religione di un'impiegata pubblica a cui non è stato rinnovato il contratto come assistente sociale in un ospedale, a causa del suo rifiuto a togliere il velo durante l'orario di lavoro. Lo stabilisce la Corte europea dei diritti umani in una sentenza in cui ricorda che la legge francese prevede limitazioni a manifestare la propria appartenenza religiosa, con lo scopo legittimo di proteggere i diritti altrui.
   I fatti risalgono al 2000 quando il dirigente delle risorse umane dell'ospedale pubblico di Nanterre, vicino a Parigi, comunica a Christiane Ebrahimian che il suo contratto a tempo determinato non sarà rinnovato perché la donna rifiuta di togliersi il velo e alcuni malati hanno presentato ricorso contro di lei per questo.
    Nella sentenza i giudici affermano che "l'obbligo di neutralità imposto agli impiegati pubblici può essere considerato come giustificato nel suo principio" e che le restrizioni imposte trovano il loro fondamento nel principio di laicità dello Stato francese. 

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